L'”harakiri” reputazionale di un Hotel

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Cattiva recensione su TripAdvisor Hotel «multa» coppia con 100 sterline
È accaduto in Gran Bretagna: l’addebito motivato da un clausole nel contratto di prenotazione. Si apre il caso: «Che ne è del diritto di critica?»Cattiva recensione su TripAdvisor

«Quel posto è un tugurio fatiscente». La pessima recensione postata sul noto sito di viaggi Tripadvisor è costata 100 sterline (circa 125 euro) di « multa» a una coppia britannica. L’hotel recensito, infatti, nel contratto di prenotazione della camera aveva inserito una clausula in cui si spiegava che chi avesse recensito male l’albergo avrebbe dovuto pagare una cifra di risarcimento. Ovviamente la coppia non ne sapeva niente. E ora il caso fa discutere la Gran Bretagna. Ma non solo.

L’addebito è arrivato sulla carta di credito

A raccontare alla Bbc la storia sono stati gli stessi protagonisti Tony e Jan Jenkinson. La coppia di pensionati ha postato il commento negativo su Tripadvisor dopo una notte passata di un albergo di Blackpool, vicino a Liverpool, che non li aveva per niente lasciati soddisfatti. «Questo posto è un tugurio marcio e puzzolente», hanno scritto tra le altre cose. Al loro rientro a casa la coppia ha trovato un addebito imprevisto sulla carta di credito: 100 sterline (circa 125 euro) motivati proprio dalla cattiva recensione. In una clausula della prenotazione della camera infatti era contenuta questa frase. «Anche se i nostri clienti abituali e le coppiette amano il nostro albergo, non è detto che facciano altrettanto i tuoi amici e familiari. Per ogni recensione negativa lasciata su un qualsiasi sito web , vi verrà addebitato un massimo di 100 sterline extra».

E la libertà di critica?

Il caso sta facendo discutere. In primis per una possibile violazione dei regolamenti per le attività commerciali. «Le persone devono avere il diritto di sfogare la loro delusione se il soggiorno in un albergo non li convince – commenta John Greenbank, esperto del settore – Non può essere impedito loro di avere voce in capitolo». «Dire che mi sono sentita infastidita da quanto accaduto è poca cosa – commenta la signora Jenkinson – la vera questione è: dove è andato a finire la libertà di esprimere la nostra opinione?».

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