Il caso Maldini e gli errori nella “Comunicazione di Crisi”

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Maldini

Maldini licenziato, un boomerang che si ritorcerà contro il Milan?

Ovviamente non vi parleremo di chi sia Paolo Maldini, né della sua carriera, né tantomeno dei traguardi raggiunti dentro e fuori dal campo. Ma oggi, affronteremo insieme di come un’azienda, in seguito ad un evento di crisi (provocato da cause interne o esterne) dovrebbe agire a livello comunicativo, e di come, prendendo come esempio il recente caso Milan, un’azienda ha sbagliato tutto ciò che era possibile sbagliare in una situazione di “Crisis Comunication”, ovvero nella “Comunicazione di Crisi”.

Paolo Maldini

Maldini, il Brand Ambassador del Milan

In primis, la scelta del licenziamento di un “Brand Ambassador” è sempre una scelta molto ardua e complicata per qualsiasi azienda. Una decisione da ponderare con estrema cautela e dalla quale, successivamente, se attuata, è necessario curare in modo estremamente meticoloso la relativa strategia comunicativa.

Cosa non avvenuta in questo caso, dove:

  • In casa Milan pochi o nessuno erano al corrente di tale decisione;
  • La comunicazione del licenziamento è stata delegata ad un membro poco conosciuto della società (quando ad esempio sarebbe stato corretto che fosse stato direttamente il Presidente a metterci la faccia);
  • Giustificare agli occhi degli stakeholder i principali motivi del licenziamento;

Tutti fattori che hanno portato ad un notevole indebolimento del brand aziendale. Delle ultime ore sono infatti le proteste di numerosi tifosi della squadra rossonera, che hanno promesso di non rinnovare l’abbonamento né di acquistare prodotti di merchandising. Certo, saranno solo i numeri nei prossimi mesi a confermare se tale fattispecie si verificherà effettivamente. Ma perché correre il rischio di mettere in cattiva luce la propria azienda e relativo fatturato in seguito ad una comunicazione errata?

La comunicazione è sottovalutata?

Molte aziende infatti, pensano che la comunicazione (interna ed esterna) sia un settore marginale e trascurabile, nonché delegabile a non esperti della stessa o peggio, messa in atto con un semplice post su Facebook di tanto in tanto (tanto perché dobbiamo essere sui social). Magari per giustificare una dichiarazione fuori posto, o un prodotto difettoso o peggio una crisi aziendale. Non c’è nulla di più sbagliato…

La comunicazione è, e deve essere per ogni azienda, piccola o grande che sia, una priorità assoluta, in quanto specchio dell’azienda dinanzi ai propri dipendenti in primis (nel caso della comunicazione interna) e dei propri clienti, stakeholder e potenziali nuovi acquirenti (nel caso della comunicazione esterna).

Una comunicazione errata può essere deleteria per ogni società. A volte pensate…persino tacere potrebbe essere la strategia giusta.

Come diciamo sempre anche noi di eXtrapola:

“ Ci vogliono 20 anni per costruire una BUONA REPUTAZIONE, 5 minuti per DISTRUGGERLA! ”

E a volte anche meno…

E voi che ne pensate? nella vostra azienda la comunicazione è primaria e al centro della vostra politica aziendale? fatecelo sapere condividendo l’articolo e dicendo la vostra sui nostri social Facebook, Twitter e Linkedin.

Giovanni Saracino
Giovanni Saracino
Redattore di Rassegna Stampa per eXtrapola srl Social Media Manager per eXtrapola srlLaureato in Lettere Moderne presso Università Guglielmo Marconi Master in Media Relations e Comunicazione Digitale presso Professional DataGest
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