Deepfake ad uso politico? Google dice no

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Google

Come sappiamo, la legislazione relativa all’uso e alla regolamentazione dell’AI (Artificial Intelligence) è ancora in alto mare. E tanto i colossi del web, quanto le varie istituzioni locali stanno correndo ai ripari per “inseguire” e quindi legiferare per regolamentare il continuo e rapido sviluppo che l’Intelligenza Artificiale sta compiendo ormai da qualche mese a questa parte.

Google corre ai ripari

Google è la prima a muoversi in tal senso. Dopo i tentativi più o meno riusciti, per arginare la diffusione di false notizie sui vari social, è ora il momento di porre un limite ai così detti “deepfake”, ovvero video del tutto falsi che ricreano, praticamente alla perfezione, volti e voci di personaggi famosi, in modo da farli sembrare identici agli originali. Va da se, che in politica, tale metodologia possa procurare danni notevoli, soprattutto per fini elettorali.

Il senatore americano Chuck Schumer, uno dei principali promotori della legislazione contro il deepfake (ph: Politico)

Pertanto il colosso di Mountain View sta correndo ai ripari, invitando la politica a dichiarare esplicitamente se i prodotti realizzati (foto, video) contengano modifiche effettuate tramite l’utilizzo di Intelligenza Artificiale.

Ed è proprio Google la prima azienda ad aver indetto una “riunione straordinaria” sul tema. Poco dopo molti altri colossi del web e delle istituzioni (Meta, X Corps, Microsoft, Senato Americano), hanno deciso di affrontare l’argomento.

Google ci prova, ma come?

Certamente, l’Intelligenza Artificiale ha vari gradi di applicazione. Per assurdo, qualunque smartphone oggi, per scattare una foto, la utilizza per calcolarne in pochi secondi la profondità ideale, l’otturazione, il punto focale e cosa mettere in primo piano ad esempio. Tali foto saranno da considerarsi modificate con l’AI? E quindi soggette a tale misura che Google vuole applicare? Insomma, come al solito è tutto ancora in alto mare e che lascia non poche ambiguità ancora aperte.

E in Italia?

Se in America il problema è reale, specie in ottica delle elezioni del prossimo anno, in Italia, almeno al momento, il problema è apparentemente minoritario. Ma, specialmente a livello europeo, è necessario tenere gli occhi aperti e legiferare preventivamente per arginare ogni possibile “infiltrazione” dell’IA e dell’utilizzo della stessa a fini politici, nella fattispecie per fare propaganda a fini elettorali.

Meloni: IA minaccia per i conservatori

Proprio ieri a Porta a Porta, programma di punta dell’informazione politica Rai, il Presidente del Consiglio Italiano Giorgia Meloni, ha dichiarato di come l’IA sia una seria minaccia per l’umanità e per i conservatori europei. Tra le minacce più prossime il Presidente ha evidenziato la sostituzione della forza lavoro.

Insomma le visioni sono molteplici, c’è chi vede l’Intelligenza Artificiale come una possibilità, chi come una minaccia. Ancora una volta le novità, come sempre, affascinano i più visionari e spaventano i più tradizionalisti. Si riuscirà a creare una legislazione ed un’applicazione etica dell’IA che possa essere prevalentemente benefica al genere umano? citando una celebre canzone di Lucio Battisti…“Lo scopriremo solo vivendo”.

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Giovanni Saracino
Giovanni Saracino
Redattore di Rassegna Stampa per eXtrapola srl Social Media Manager per eXtrapola srlLaureato in Lettere Moderne presso Università Guglielmo Marconi Master in Media Relations e Comunicazione Digitale presso Professional DataGest
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