La reputazione è uno degli asset immateriali più preziosi e solidi che un brand può possedere.
Si tratta di una componente in grado di generare fiducia, riducendo, così, il tempo e lo sforzo che un cliente impiega a sceglierlo.
Una buona reputazione, inoltre, permette di proteggere il brand durante crisi o prevedibili momenti di difficoltà.
Secondo Forbes, circa il 60% del valore di un’azienda moderna può essere attribuito ai suoi asset intangibili, tra cui, appunto, la reputazione.
Pur essendo, come detto, un asset immateriale, la reputazione può determinare vantaggi tangibili ben precisi nella vita di un brand. Vediamoli nel dettaglio.
Una reputazione solida è una scorciatoia decisionale per il cliente.
I brand che la curano riescono a posizionarsi meglio dei competitor, anche in contesti estremamente competitivi.
La fiducia costruita nel tempo si trasforma in una preferenza d’acquisto costante, capace di resistere anche a fluttuazioni di prezzo o a campagne pubblicitarie aggressive da parte della concorrenza.
Scegliere un prodotto o un servizio da un brand “credibile” è percepito come meno rischioso. Quindi rappresenta un’opzione preferibile.
Non sono solo i clienti a scegliere in base alla reputazione. Anche i migliori professionisti desiderano legare il proprio nome a brand che incarnano valori solidi e coerenti.
In un mercato del lavoro sempre più competitivo, la capacità di attrarre talenti, siano essi dipendenti, collaboratori esterni, influencer o creatori di contenuti , diventa una leva strategica differenziante. Un brand che gode di una reputazione eccellente riesce ad accedere a una platea più ampia di risorse qualificate, alimentando un ciclo virtuoso di crescita e innovazione.
La reputazione aiuta a fidelizzare non solo i clienti, ma anche il capitale umano interno al brand stesso. Questo ha effetti positivi che si riflettono sia sulla riduzione del fisiologico turnover aziendale che nel rafforzamento dell’engagement dei dipendenti.
Un buon nome abbassa il “rischio percepito”. Questo avviene perché la reputazione ha contribuito a diffondere un’idea di stabilità e professionalità. In questo modo collaborare diventa per gli altri una “scelta aspirazionale” Essere associati a un marchio con una ottima reputazione comporta in automatico un miglioramento del posizionamento di chi collabora.
Un brand con una reputazione consolidata, inoltre, ha accesso a network più ampi ed ecosistemi di valore. Se è considerato affidabile verrà raccomandato spontaneamente dalle persone.
Il mercato cambia. I gusti evolvono. Le crisi arrivano senza preavviso.
L’unico salvagente in questo scenario mutevole è la percezione del brand. Grazie ad una sorta di “resilienza reputazionale” si tenderà ad accogliere favorevolmente ogni suo cambiamento. Le innovazioni saranno accolte più favorevolmente. Gli errori verranno giudicati con più benevolenza e le eventuali trasformazioni saranno percepite come evoluzioni naturali e non come tradimenti dell’identità di marca.
La reputazione non è marketing, non è un ornamento estetico, una semplice questione di “immagine”. Si tratta di un asset strategico fondamentale, che può determinare il successo o il fallimento di un brand.
Spesso nel mondo della comunicazione si tende a sovrapporre il concetto di reputazione con quello del marketing, come se fossero due facce della stessa medaglia. Ma non è così. Il marketing è ciò che un brand decide di raccontare di se stesso. È strategia, narrazione, visibilità. La reputazione, invece, è ciò che gli altri pensano e percepiscono di una marca.
Costruirla richiede tempo, coerenza e visione. Perché in un mercato dove i prodotti si copiano, le tecnologie si eguagliano e le campagne pubblicitarie si somigliano tutte, la reputazione resta l’unico vero vantaggio competitivo che non può essere improvvisato o falsificato.
La reputazione non si difende con slogan, ma con azioni coerenti che vanno dall’attività di media monitoring all’ascolto attivo, passando per un’adeguata strategia di creazione di contenuti ed una sensata politica di employer branding.
Oggi il vero vantaggio competitivo, unico e differenziante, non è dato da ciò che si vende, dal suo prezzo o dalle sue caratteristiche, ma più “semplicemente” da quello che il pubblico pensa di un brand.
Una sana reputazione non crea solo visibilità, ma costruisce fiducia. E la fiducia, nei momenti difficili, può essere l’unica cosa che ti tiene in piedi.
Marco Tomasone