Donne, lavoro e tecnologia: la Rete è rosa

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Il Web è sempre più rosa, con un numero crescente di utenti donne che lavorano in Rete e al primo posto nella condivisione online. Che siano e-workers o semplicemente mamme, le esponenti del sesso debole sembrano non poter fare più a meno della tecnologia.

Secondo l’Osservatorio Internet 2011, infatti, le donne rappresentano la maggioranza degli utenti della Rete che optano per la condivisione a trecentosessanta gradi, sia che si tratti disocial network sia dello scambio di opinioni su prodotti e acquisti, attività che ha un’influenza sul mercato da non sottovalutare.

Ma non finisce qui. Le donne sono anche le più attive nelle attività aziendali gestite online, come affermano i dati recenti resi noti durante l’incontro “L’influenza delle donne nel social engagement“, organizzato da TheGoodOnes e Secretary.it a Milano. La percentuale di donne che sfrutta tutte le potenzialità di condivisione offerte della Rete è pari al 90%, contro l’84% dei colleghi maschi, e sembra che ad approfittare maggiormente del Web siano le over ’40, con un picco tra i 45 e i 54 anni.

Questi dati, tuttavia, non sorprendono più di tanto, basti pensare al recente rapporto elaborato da eXtrapola, una società di analisi, che illustra come sempre più mammericorrano al Web per scovare informazioni sulla salute dei figli, sui prodotti per l’infanzia e per socializzare tra loro.

Per ottimizzare i tempi lavorativi, ma anche per mandare avanti la famiglia, quindi, le donne ricorrono alla tecnologia. Ma qual è il motivo? Ecco come spiega questo legame vincente tra donne e Web Marco Marozzi, fondatore di TheGoodOnes

«Perché la tecnologia permette di potenziare quel tratto culturale tipicamente femminile di gestione multitasking: la capacità di controllare più situazioni, tenere testa a più compiti, e relazionarsi con più di un interlocutore allo stesso tempo, utilizzando mail, chat, sms, telefono, e aggiornando lo status su qualsiasi social network. Perché, come mamme, usano i social network per conoscere meglio i propri figli e la loro realtà; comunicare con loro su Skype, Messenger, Facebook vuol dire essere più partecipi della loro vita, anche da un punto di vista più educativo. Ma soprattutto, perché i social media rappresentano una moderna identità. Un’identità tecnologica, decisionale, relazionale, partecipativa. Una nuova identità che le donne fanno propria per cambiare, tutte assieme, i costumi nella sfida per l’uguaglianza tra donna e l’uomo.»

Diredonna.it – 20 ottobre 2011

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