Professione netclipper investigatore d’opinioni (Intervista a Repubblica)

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Arriva anche in Italia un mestiere di confine per veri conoscitori di internet. Monta e analizza, per aziende e multinazionali, i pareri su marchi e prodotti sparsi sul web. Perché un commento negativo lasciato da un cliente deluso può influenzarne altri e creare una cattiva nomea molto velocemente. Tra marketing e social network, i percorsi e le competenze richieste

di ENRICO CAMANA

Sono tra noi, controllano il web e sanno sempre dove cercare. È una professione emergente quella dei net clipper: legata indissolubilmente al web 2.0, dagli Stati Uniti si sta diffondendo anche in Italia, dove ha agenzie dedicate, clienti a volte anche molto importanti, e soprattutto, occhi e orecchie dappertutto su quanto gira in internet. I committenti sono grandi aziende, spesso multinazionali di tutti i settori, che sanno più che bene quanto sia necessario gestire e controllare la reputazione e la visibilità online dei loro brand e prodotti.Ma non sono solamente i colossi a preoccuparsi della propria reputazione su internet, e a ragione. Alessandro Galeati lavora presso Ph5, un’agenzia pubblicitaria che offre anche servizi di net clipping e di monitoraggio: “Un commento negativo su un forum specializzato, lasciato da un utente deluso, può influenzarne altri e creare a un prodotto una cattiva nomea molto velocemente”, dice. I net clippers si occupano proprio di questo: monitorare costantemente il web, cercando su giornali online, siti, blog, forum e social network, ogni opinione che riguardi i committenti. In seguito analizzano i dati, e come si dice in gergo, li “polarizzano”, cioè attribuiscono a ogni intervento un “sentiment” positivo o negativo e ne fanno un bilancio prima di presentare le proprie analisi ai clienti, sotto forma di rassegne stampa o report qualitativi.“Un fattore da non trascurare è che i contenuti, su internet, di norma restano a disposizione di chiunque fino a quando non vengono cancellati. In questo modo – continua Galeati – una recensione negativa o un commento sferzante scritti oggi, possono influenzare potenziali acquirenti in cerca di opinioni per un tempo indeterminato, magari qualche anno. Questo dimostra quanto è importante sapere sempre cosa si dice online di prodotti e servizi”.Quando un’impresa committente decide di iniziare una campagna marketing, può utilizzare i report e le analisi dei net clipper per pianificare accuratamente le proprie strategie comunicative. Inoltre, a campagna avviata, i net clipper continuano il loro lavoro di continuo controllo della reputazione del marchio, dando alle imprese feedback quasi in tempo reale. “Quando i clienti sono grandi, l’analisi dei dati richiede spesso software appositi, che tramite l’inserimento di parole chiave compiono da soli il lavoro nei motori di ricerca. Spetta però all’utilizzatore interpretare e saper dare un senso a quella mole di dati”.

Il controllo della reputazione però non finisce qui: in caso di pareri negativi, le aziende devono decidere come risolvere il problema, e diverse strategie si adattano a diversi tipi di azienda. Così, sulla base delle informazioni dei net clipper, le imprese intenzionate a modificare attivamente la propria reputazione possono intervenire, promuovendola quando buona e migliorandola quando è cattiva. I metodi per farlo, poi, competono ai singoli uffici marketing: magari possono contattare membri di riferimento di forum e invitarli a eventi organizzati, o decidere di pubblicizzare su siti “sensibili” i propri prodotti, con banner o altre inserzioni. Quel che è certo, però, è che senza un attento lavoro di raccolta e analisi delle informazioni su internet, tutto questo non sarebbe possibile. Ma come si diventa net clipper? “Le conoscenze tecniche sono secondarie e possono essere apprese lavorando”, spiega Gianni Gulletta, marketing e project manager di eXtrapola, azienda che per prima, nel 1998, ha importato in Italia la professione. “Da noi – continua – è impiegata una quindicina di net clipper, che si sono formati con studi umanistici o economici, comunque molto vari”.

Ma se non sono richiesti particolari studi tecnici, quali sono le capacità che servono per questa professione? “La principale conoscenza che chiediamo – risponde Gulletta – è di sapersi muovere con dimestichezza su internet, tra siti di news, forum, blog e social network. La ricerca e l’analisi d’informazioni che compiamo si svolgono tutte su questi strumenti. Inoltre, lavorando con clienti istituzionali e spesso multinazionali, i nostri net clipper devono avere una buona conoscenza di almeno due o tre lingue straniere”.

E la privacy? Su questo argomento Galeati e Gulletta concordano: la raccolta riguarda solo informazioni e commenti pubblici, inseriti spontaneamente dagli utenti e leggibili potenzialmente da chiunque: il fulcro del servizio sta proprio in questo, nell’elaborazione di quella mole di dati che altrimenti sarebbe sparsa. Inoltre, i report dei net clipper sono riservati e vengono consegnati unicamente ai committenti.

Repubblica, 26 luglio 2011

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